Sunday 8 February 2009

un monde..de réfléxions...UN MONDO DI …………………..RIFLESSIONI !

Cette scène de théatre continue l'histoire qu'on a dèjà commencée..
c'est un dialogue sur les miroirs..avec un tel Monsieur Albert (Einstein???)
Vous la lisez en italien car elle est proposée par la prof de Physique italienne M.me Teresa Seu et ses élèves.
Les élèves Italiens qui étudient les LV vont bientot travailler cela et en faire des B.D numériques!
Vous le lisez pour l'instant en italien..on vous le proposera en espagnol et en français très bientot!

UN MONDO DI …………………..RIFLESSIONI !




Un miroir est une surface suffisamment polie pour qu'une image s'y forme par réflexion. C'est souvent une couche métallique fine, qui, pour être protégée, est placée sous une plaque de verre pour les miroirs domestiques (les miroirs utilisés dans les instruments d'optiques comportent la face métallique au dessus, le verre n'étant qu'un support de qualité mécanique stable).

L'adjectif relatif au miroir est spéculaire car il permet de voir ...
On peut se voir en utilisant le reflet à la surface de l'eau (comme Narcisse) ou dans une vitre ; dans ce cas la réflexion est partielle tandis qu'avec un miroir parfait la réflexion est totale.

On peut aussi obtenir de la réflexion totale lorsqu'un rayon passe d'un milieu d'indice de réfraction élevé vers un milieu d'indice faible, sous une incidence rasante ; par exemple lorsqu'un rayon passe de l'eau dans l'air, ou bien du verre dans l'air. Cette propriété est utilisée pour les prismes à réflexion totale.

Lorsque l'on dit que la surface d'un miroir doit être polie, cela signifie qu'aucun défaut n'est acceptable afin que toute la réflexion de l'onde incidente se fasse dans la direction voulue. La taille du défaut visible est de l'ordre de la longueur d'onde de l'onde électromagnétique. Ainsi, avec la lumière visible, les défauts doivent être plus petits que 0,01 μm, ce qui est très contraignant techniquement. En revanche, avec les ondes utilisées par la télévision, le défaut doit être plus petit que 0,1 mm seulement, ce qui explique que les paraboles de télévision (qui sont des miroirs permettant de concentrer, de focaliser les ondes émises par les satellites) soient rugueuses à l'œil et sous la main ; elles sont en revanche parfaitement lisses pour les ondes hertziennes. Pour les radars, l'ordre de grandeur du défaut admissible est de l'ordre du cm, on peut donc utiliser un grillage comme miroir ; Il en est de même que pour certains radiotélescopes.

( source: WIKIPEDIA)

Miroirs..Miroirs..









SCENA N. 1 Dialogo tra Clotilde e Fedora






Clotilde Ti ho portato un regalo per il tuo compleanno!




Fedora Grazie, uno specchio da borsa, che bello!




C. Osserva bene, da una parte ti vedi normale, dall’altra parte invece vedi il tuo volto ingrandito.




F. E’ vero! Come può accadere questo?




C. Non ne ho idea. A dire la verità non ho mai capito neppure come funzione uno specchio normale! Perché gli oggetti sembrano essere “dentro “ lo specchio? E perché se sono davanti a una parete non vedo niente?




F. Non ci ho mai pensato. Però mi piacerebbe capire come funziona uno specchio.




C. Tra l’altro hai notato che ci possiamo specchiare anche in altri oggetti? Nelle vetrine, nelle finestre ( non sempre però), nelle palline dell’albero di Natale, in una superficie di acqua.




F. Sai che facciamo? Il nostro amico Albert studia al Liceo Scientifico e una volta mi ha raccontato che a Fisica hanno studiato proprio gli specchi. Andiamo a chiedergli spiegazioni?




C. Ok! Andiamo! Tra l’altro Albert è molto simpatico e …….anche bello!







SCENA N. 2 A casa di Albert



F. Ciao Albert! Ci è venuto il desiderio di capire come funzionano gli specchi. Ci spieghi qualcosa, tu che sei un “genio” ?

A. Non c’è bisogno di essere geni per comprendere queste cose ! Se studiamo la Fisica possiamo capire tanti fenomeni che accadono intorno a noi. Per questo io sono così appassionato di questa materia! Cominciamo!




Prima di tutto dobbiamo capire cosa significa “ vedere “ un oggetto, ………







A

per esempio una penna, che vi disegno come se fosse una freccia . occhio

Da ogni punto della penna, ( prendiamo il punto A) , arrivano ai

nostri occhi dei raggi di luce




C: Ma una penna non è una lampadina!




A: E’ vero, ma la penna rimanda in tutte le direzioni la luce che proviene dalla sorgente, in questo caso la lampada, che la illumina e che la colpisce , così come fa la luna che rimanda verso la terra parte la luce del sole da cui è illuminata.

Il nostro cervello capisce che l’oggetto si trova esattamente nel punto dove convergono, cioè dove si incontrano, i raggi di luce che arrivano all’occhio. Così, punto dopo punto si costruisce la visione dell’oggetto.

F: Ok, questo è chiaro. Ma gli specchi?




A: Un po’ di pazienza. La luce quando colpisce una superficie viene riflessa con una regola ben precisa; se guardate il disegno ( che rappresenta il cammino di un solo raggio di luce) tutto ciò è molto chiaro : l’angolo di incidenza è uguale all’angolo di riflessione


raggio incidente raggio riflesso






















angolo incidenza angolo riflessione




Se facciamo buio e osserviamo un pennellino di luce che colpisce lo specchio tutto questo è molto evidente.

E’ esattamente quello che accade, ad esempio, quando una palla da biliardo colpisce la sponda del tavolo.




C : E’ vero, mio padre è molto bravo a biliardo, e sa prevedere con precisione dove andrà a finire la palla anche dopo molti rimbalzi; egli conosce esattamente il modo con cui le palle rimbalzano sulla sponda.




A: Dunque consideriamo un oggetto che si trova davanti a uno specchio e fissiamo prima l’attenzione su un solo punto ; dal punto escono tanti raggi di luce che colpiscono lo specchio e si riflettono secondo la legge della riflessione di cui abbiamo parlato. Ne ho disegnati solo due per chiarezza














Ora se una persona sta davanti allo specchio e i suoi occhi vengono colpiti dai raggi riflessi, il suo cervello prolunga i raggi e “ crede” che provengano da un punto dietro lo specchio e così localizza, “vede” il punto dell’oggetto proprio dietro lo specchio. Così si forma l’immagine del punto esattamente nella posizione dove convergono i prolungamenti dei raggi riflessi.

Ovviamente dietro lo specchio non c’è luce vera, ma solo i prolungamenti “immaginati” dei raggi riflessi: per questo l’immagine si chiama virtuale.

Per ogni punto dell’oggetto accade la stessa cosa, cosi si costruisce l’immagine dell’intero oggetto.

Si può vedere, e anche dimostrare facilmente, che l’immagine si trova in posizione simmetrica rispetto allo specchio.




F: Sei stato molto chiaro, credo di aver compreso perché ci riflettiamo “dentro” gli specchi. Sembrerebbe quasi una magia, ed invece è spiegabile abbastanza facilmente con le leggi della fisica.




C: Sì, però non mi è ancora chiaro perché tutto questo non accade quando mi trovo davanti a un muro o davanti a un’altra superficie qualunque.




A: Te lo spiego subito. Un muro non ha una superficie perfettamente liscia come uno specchio. Quindi i raggi si riflettono sempre secondo la legge della riflessione, ma incontrando una serie di superfici con direzione diversa “ rimbalzano “ in modo disordinato, e i raggi riflessi non sembrano provenire da un punto unico; così non si forma l’immagine. In questo caso si parla di diffusione.











C: Ora mi sembra che sia tutto chiaro.




F: Però, Albert, ci sono ancora due cose che non ci hai spiegato:

perché qualche volta ci riflettiamo anche nei vetri delle finestre, ad esempio, ma non sempre?

perché in alcuni specchi ci vediamo più grandi?




A: Ok, vediamo il primo punto. Ti trovi davanti a una finestra : il vetro è trasparente e la maggior parte della luce che proviene dal tuo corpo lo colpisce e passa dall’altra parte. Solo una piccola parte viene riflessa . Ora, se entra dalla finestra molta luce dall’esterno, perché ad esempio è giorno, questa la luce intensa copre la luce riflessa che proviene dal tuo corpo e quindi la tua immagine non è visibile. Se invece fuori è buio, la luce che ti arriva dal vetro è solo quella riflessa e allora puoi vedere la tua immagine quasi come se ci fosse uno specchio.

Per il secondo punto invece la cosa è un po’ più complessa da spiegare e lo potremo fare meglio un’altra volta. Possiamo dire però brevemente che occorre uno specchio curvo, ( lo specchio migliore è quello parabolico). La luce che colpisce lo specchio segue sempre la legge della riflessione , ma trovando una superficie non piana, i raggi si riflettono in modo diverso, e si può formare, con opportune condizioni, una immagine più grande, come si vede bene dal disegno (AB è l’oggetto, A’B’ la sua immagine ingrandita). Vi è sufficiente questa spiegazione?

occhio




Clotilde : Sì, grazie, è stato molto interessante e anche divertente.

Sembra incredibile,vero, che una lezione di Fisica possa essere divertente ! Possiamo tornare qualche altra volta a chiederti altre spiegazioni?




Albert : Certo, mi fa molto piacere. Ciao e a presto!



MIROIRS!

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